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Bucovina

mercoledì 19 ottobre 2011

Delta del Danubio (Romania)

     Delta del Danubio (Delta Dunării in rumeno), si estende fra la Dobrogia in Romania e Mar Nero. Con un'area di 3446 km² il delta del Danubio è il meglio conservato fra quelli dei fiumi europei.
Ogni anno, il materiale alluvionale portato dal Danubio, aumenta la larghezza del delta di circa 40 metri, rendendolo estremamente dinamico. Nei pressi di Tulcea, il Danubio si divide in tre rami, prima di sfociare nel Mar Nero:
  • Chilia, lungo circa 104 km, il più a nord che delimita il confine tra Romania e Ucraina.
  • Sulina, lungo circa 71 km, e continuamente dragato per consentire la navigazione del fiume Danubio è il ramo centrale.
  • Sfintu Gheorghe, lungo circa 123 km, è il ramo più meridionale.
 
 

 
 
       Il fiume ospita oltre 1200 varietà di piante, 300 specie di uccelli e 45 specie di pesci d'acqua dolce nei suoi numerosi laghi e paludi. Il delta del Danubio è stato inserito dall'UNESCO nell'elenco dei siti indicati come patrimonio dell'umanità e riserva della biosfera. Circa 2733 km² sono aree strettamente protette.
   Questo è il luogo in cui milioni di uccelli provenienti da diverse parti della Terra (Europa, Asia, Africa, Mar Mediterraneo) vengono a deporre le loro uova.
   La flora del delta è rappresentata dalla vegetazione tipica della palude (cannuccia, biodo, carice, con misto salice nano) ed occupa il 78% del totale della superficie. I saliceti occupano il 6% sella superficie del delta, con boschi di salice, frassino, ontano, pioppo che crescono sulle dune fluviali, che sono inondate periodicamente. Gli specchi d’acqua sono coperti da una vegetazione acquatica galleggiante e occupano il 2% della superficie del delta. Ci sono anche boschi sulle pianure Letea e Caraorman e sono fatte di quercia brinato, biodo, pioppo tremulo, olmo e piante rampicanti.

lunedì 17 ottobre 2011

Il Monastero di Sucevita (Romania)

    Il Monastero di Suceviţa è un convento ortodosso situato nella parte nord-orientale della Romania. Sorge presso il fiume Suceviţa (affluente del Suceava), nell'omonimo villaggio, a diciotto chilometri dalla città di Rădăuţi, nella parte meridionale della Bucovina. Il complesso è stato costruito nel 1585 su commissione della famiglia Movileşti (nello specifico i fratelli Ieremia Movilă, Gheorghe Movilă e Simion Movilă).
    L'architettura della chiesa fonde elementi bizantini e gotici ma resta sostanzialmente in linea con le altre chiese dipinte della Moldavia settentrionale. Le mura della chiesa, sia all'esterno che all'interno, sono coperte di affreschi raffiguranti episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, realizzati nel 1601. La corte interna del complesso disegna un quadrato di circa 100 metri di lato, circondato da mura alte 6 metri e spesse 3 metri. Altre strutture difensive sono le quattro torri angolari.
    Suceviţa fu una residenza principesca, oltre che un complesso monastico fortificato dedito alla produzione di manoscritti e libri stampati. Le mura ospitano oggi un museo dei reperti rinvenuti in loco: suppellettili ecclesiastiche in argento, libri e manoscritti, i ricchi affreschi delle tombe dei Movileşti.
   Il monastero contiene la tomba del principe di Moldavia Ieremia Movilă, morto nel 1606, e di suo fratello Simion.
 
   
 

Il Monastero di Voronet (Romania).

   Il Monastero di Voroneṭ è un noto monastero romeno che si trova vicino alla città di Gura Humorului, nel distretto di Suceava. Dal 1993, insieme ad altre chiese della zona, fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
    Nel 1488 Stefano il Grande ordinò la costruzione di un monastero per ricordare la vittoria sui Turchi del 1475. I lavori iniziarono il 26 maggio e si conclusero in meno di quattro mesi, il 14 settembre. Nel secolo successivo (precisamente nel 1547), furono aggiunti anche un atrio e numerosi affreschi esterni per ordine del metropolita Grigorie Roșca. Secondo tradizione, gli affreschi esterni furono opera principalmente dello ieromonaco Gaurila.
    Importante anche l'affresco posto sopra la porta del pronao, con una Madonna della Misericordia con il Bambino e ai lati due angeli in preghiera. Si racconta che alla fine del sedicesimo secolo l'imperatore Rodolfo II d'Asburgo inviò due alchimisti per studiare e carpire il segreto del colore azzurro del monastero. Pur avendo prelevato alcuni frammenti, essi non furono in grado di ricreare l'esatta tonalità che circonda il Trono dello Spirito Santo. L'enigma dell'azzurro di Voronet è tuttora di difficile soluzione dal momento che, chimicamente, non è stato ancora riprodotto. Lo splendido "Voronet" è considerato dagli specialisti come unico al mondo e altrettanto famoso come il rosso di Rubens o il verde Veronese. Si è constatato che regola la sua tonalità a seconda del grado di umidità nell’atmosfera.
 




 
    Dell'impianto originario, oggi è rimasta solo la chiesa, di dimensioni ridotte: 25,50 metri di lunghezza ed una larghezza che va da 7,70 metri (pronao) a 10,50 metri (abside).
L'elemento caratteristico sono in ogni caso gli affreschi, con il caratteristico colore azzurro. Il principale affresco raffigura il Giudizio universale (facciata ovest dell'edificio), motivo per cui il monastero viene spesso chiamato la cappella Sistina d'Oriente.
    Oggi non rimane nulla dell'arredamento originario. Il trono è infatti una copia dell'originale (conservato in un museo). Il coro è stato invece realizzato all'inizio del Seicento. Pure l'iconostasi dell'altare non è originale, ma realizzata nei secoli successivi al posto di quella originaria.
 

domenica 16 ottobre 2011

Il Monastero di Putna (Romania).

 
   Il monastero di Putna (in rumeno Mănăstirea Putna) è un monastero ortodosso, uno dei più importanti, centri culturali, religiosi ed artistici, fondati nel medioevo in Moldavia. Così come molti altri, fu costruito e dedicato al principe Stefano il Grande. Il monastero di Putna fu realizzato sulle terre lambite dal fiume Putna (che ha la sua sorgente nelle montagne della Bucovina). Stefano il Grande è famoso per la costruzione di decine di chiese e monasteri in tutta la Moldavia (presumibilmente, costruì un edificio religioso dopo ogni importante vittoria militare). Il Monastero di Putna ospita le tombe di Stefano, oggi luogo di pellegrinaggio, e di molti dei suoi familiari. Le icone e le lapidi sono ritenuti come esempi di arte moldava del tempo di Stefano il Grande.
 



                                                    Foto del monastero Putna.



 
           





                                                        



 



    Subito dopo che Stefano il Grande riportò la vittoria nella battaglia che gli consentì la conquista della cittadella di Chilia, cominciò l'edificazione del monastero, come mezzo per rendere grazie a Dio, il 10 luglio 1466. La chiesa doveva essere dedicata a Maria, madre di Gesù. Il terreno su cui è costruito il monastero si crede fosse stato precedentemente occupato da una fortezza. Una cronaca del tempo afferma che Stefano acquistò il villaggio di Vicovu de Sus e assegnò il terreno e le relative rendite al tesoro del monastero.
    I monastero venne completato in tre anni, ma venne consacrato soltanto quattro anni dopo il suo completamento, a causa degli impegni militari del principe. Il 3 settembre 1470, nel corso di una cerimonia alla presenza di Stefano e della sua famiglia, il monastero venne consacrato, e divenne poi il più importante sito religioso dell'area.
    L'attuale chiesa venne ricostruita fra il 1653 ed il 1662 da Vasile Lupu e dai suoi successori. Anche se l'edificio fu costruito secondo la struttura di una tipica chiesa moldava del XV e del XVI secolo, ha molti elementi architettonici e decorativi che sono caratteristici dell'architettura del XVII secolo.
Per molto tempo, si credette che il sito fosse stato progettato da un architetto greco di nome Theodor - l'interpretazione delle antiche cronache di Kilia cronache su cui questa credenza era basata, si dimostrarono errate.
   Nel XV secolo, Euphima, una monaca serba, figlia di Vojihna, assieme a sua figlia Euprasijka ricamò una tovaglia per l'altare del monastero di an altar cloth for Putna, trapuntata in oro.
Nel 1966, in base alla raccomandazione d’UNESCO, la celebrazione dei 500 anni dalla fondazione del Monastero Putna è stata celebrata in tutto il mondo. Il Monastero Putna è un esempio di fede, di storia e di cultura, Mihai Eminescu, il poeta nazionale rumeno, dicendo che è il Gerusalemme del popolo romeno.

Informazioni di base sulla Romania.

    La Romanìa è uno Stato membro dell'Unione europea, situato nell'Europa centro-orientale, nell'area detta Europa danubiana, attigua alla penisola balcanica. Istituita nel 1859 e riconosciuta come stato indipendente nel 1877, la Romania confina a nord-est con l'Ucraina e la Moldavia, a ovest con l'Ungheria e la Serbia e a sud con la Bulgaria. La Romania possiede anche 244 km di litorale sul Mar Nero.


        




   Il nome "Romania" deriva dall'aggettivo latino Romanus, romano. Il nome "Romania" viene usato ufficialmente per denominare le terre dell'attuale stato di Romania solo dalla seconda metà del XIX secolo. Prima si parlava di Valacchia e Moldavia, per denominare i principati a popolazione romena. Mentre il nome Valacchi deriva dai termini Vlah, Walsch ecc. utilizzati dalle popolazioni germaniche e slave per denominare tutte le genti europee di lingua latina, i valacchi chiamavano se stessi "romani".
Il motivo per cui i romeni si identificano attraverso la parola latina "romanus" (română român/ e quindi român) comincia a essere menzionato a partire dal XVI secolo da alcuni autori, tra i quali alcuni umanisti italiani che ebbero modo di viaggiare in Transilvania, Moldavia e Valacchia. Il più antico documento scritto in lingua romena è una lettera del 1521 (conosciuta sotto il nome di "La Lettera di Neacșu da Câmpulung - Scrisoarea lui Neacșu din Câmpulung") nella quale veniva annunciato al rappresentante locale di Brașov l'imminente attacco da parte dei Turchi. Lo stesso documento risulta il più antico attestante la denominazione di "Țara Românească-Terra Romena".
Nel periodo tardo-antico, l'Impero romano spesso era identificato, in lingua latina, dalla parola "Romània". La denominazione "Romània" è inoltre oggi utilizzata per designare il territorio di diffusione di tutte le lingue romanze in Europa e altrove a seconda dei tempi.


                  


    I confini della Romania di oggi includono la maggior parte dell'antico territorio della Dacia.
L'attuale territorio della Romania era già abitato nel II millennio a.C. da alcune tribù indo-europee, conosciute sotto il nome di Traci. A partire dal VI secolo a.C., nella regione del Danubio sono segnalati i Geti, mentre i Daci erano attestati in Transilvania. Probabilmente Geti e Daci erano lo stesso popolo, appartenente alla famiglia dei Traci.
Durante l'epoca del primo re geto-dacico Burebista (82-44 a.C.), la primitiva estensione dello Stato era la seguente: a nord i Carpazi boschivi, a sud i monti Hameus (Balcani), a ovest la confluenza del fiume Morava con il medio Danubio, e infine a est con il fiume Bug meridionale.
Dopo la morte di Burebista, lo stato geto-dacico si disintegrò in quattro e, successivamente, in cinque formazioni politiche. Il nucleo principale si manteneva nella zona dei monti Șureanu, dove successivamente domineranno i re Cosmicus e Coryllus. L'unità dello Stato divenne possibile all'epoca del re Decebalo (87-106 d.C.). Il nuovo regno aveva la sua capitale in Sarmizegetusa. Il regno di Decebalo aveva dimensioni minori rispetto a quello di Burebista, ma per contro era molto meglio organizzato a livello statale. Il regno di Decebalo rappresenta il periodo di apogeo della civilizzazione geto-dacica, situato nel secondo periodo dell'età del ferro. A causa dell'aggravarsi della minaccia romana (le legioni di Roma si erano spinte sino alla pianura pannonica da un lato e al basso Danubio dall'altro), Decebalo intraprende due campagne militari contro i Romani condotti dall'imperatore Traiano negli anni: 101-102 e nel 105-106 d.C. Come effetto di queste guerre, la Dacia venne conquistata e trasformata in provincia romana. Comincia così ufficialmente il processo di romanizzazione degli autoctoni geto-daci caratterizzato anche dall'immigrazione di coloni romani.


                             


    Nel 274 l'imperatore Aureliano si vide costretto ad abbandonare la Dacia; solo la Dobrogia continuò a far parte del mondo romano e romano-orientale fino ai primi decenni del VII secolo. Successivamente la regione ha accolto diversi popoli, alcuni dei quali hanno contribuito alla formazione dell'attuale compagine etnico-antropologica del paese danubiano. Genti di cultura iranica (Iazigi, Roxolani), germanica (Eruli, Goti, Longobardi, più tardi Sassoni e Svevi), turco-tartara (Unni, Avari, Proto-bulgari, Tartari, Mongoli), ugrica (Magiari, Siculi), latina, slava, ebraica, armena, greca, rom, ecc. giunsero come invasori o immigrati in varie ondate a partire dal III secolo. Fra le minoranze che hanno mantenuto la propria lingua e cultura segnaliamo i Magiari, i Siculi, i Sassoni, gli Svevi e i Turchi della Dobrogia.


          
   
    Nel Medioevo i romeni vivevano in tre principati distinti, la Valacchia, la Moldavia e la Transilvania. Nel Rinascimento, dal 1476 la Valacchia, dal 1538 la Moldavia, dopo il 1547 la Transilvania, erano diventati vassalli dell'Impero ottomano. Quest'ultima, benché sottoposta all'Impero ottomano, rappresentava l'unica parte ancora autonoma appartenendo al Regno d'Ungheria. Dal 1711 il Regno d'Ungheria e con esso anche la Transilvania, ebbe come sovrano lo stesso regnante della Monarchia asburgica, fino al 1867, quando entrò a far parte dell'Impero Austro-Ungarico.


                           


   La Romania nacque quando il Principato di Moldavia e di Valacchia si unirono il 24 gennaio 1859 conferendo il principato unico a Alexandru Ioan Cuza (già principe di Moldavia), e diventarono indipendenti nel 1877. Fu conseguita l'unità nazionale dopo la Prima guerra mondiale, quando Transilvania, Bucovina e Bessarabia furono inglobate.